Associazione Astri: la valorizzazione del tessile riciclato inizia da Prato

Non solo business, ma anche cura e senso di responsabilità verso il proprio territorio: questo trinomio è essenziale per Comistra, che vede il proprio titolare Fabrizio Tesi impegnato anche sul fronte della partecipazione al cambiamento per tramite dell’associazione ASTRI.

L’associazione ASTRI

In un momento storico in cui molte realtà internazionali si sono mosse a favore dell’ecosostenibilità, il distretto pratese vuole vedere riconosciuto il suo processo produttivo come esempio di basso impatto ambientale”. (ASTRI)

Questo uno dei punti cardine di ASTRI (Associazione del Tessile Riciclato Italiano), entità solida e prolifica che annovera al suo interno diverse realtà del distretto tessile pratese impegnate in prima persona per la sostenibilità ambientale dei processi produttivi nel settore tessile.

Una lunga storia di riciclo (o meglio, rigenerazione dei tessuti) permea questo distretto così specifico nella sua evoluzione industriale.

È dall’inizio del secolo scorso infatti che nel cuore pulsante del settore tessile italiano si riscopre una nuova modalità di concepire il rifiuto tessile: non più scarto da gettar via, ma piuttosto nuova risorsa da cui estrarre una fibra di buona qualità, riutilizzabile e resa nuovamente ammissibile per il mercato.

Esperienza sul campo

L’ASTRI si impegna a mettere a disposizione la propria esperienza fatta sul campo a servizio dei legislatori che hanno il compito di trattare questa materia ambientale, convinti che insieme potremo dare una risposta a quello che è una necessità per il futuro” (ASTRI).

È indubitabile che negli ultimi anni sia sorta una coscienza green in molte persone, e che sempre più realtà politiche si stiano interessando concretamente al recupero dei rifiuti per renderli una materia prima seconda.

Tuttavia, per riuscire ad ottenere un reale miglioramento – nel senso della sostenibilità – dell’intero ecosistema produttivo tessile italiano, è necessario innanzi tutto conoscere la materia.

Le associazioni all’interno di Astri, tra cui Comistra, vantano un know-how stratificato negli anni e comprovato dalla propria solidità aziendale e dalla qualità del prodotto finale.

La convinzione dietro l’associazione Astri è che solo chi conosce e padroneggia tali processi produttivi possa fornire un punto di vista in grado di dare del valore aggiunto alla comunità.

Le battaglie dell’associazione ASTRI

Sono noti i benefici che il Made in Italy ha apportato alla moda italiana nel mondo. L’appropriazione del marchio ha infatti come indiretta conseguenza la valorizzazione, la lotta alla contraffazione e il conferimento di valore per il consumatore finale che nell’oggetto acquistato vede anche un insieme di valori noti e certificati, e non solo un prodotto di consumo.

La missione principale di Astri si inquadra quindi in questa direzione: è importante ottenere un riconoscimento ufficiale di marchio sul tessile rigenerato, ma soprattutto è importante dotare tale marchio di un proprio disciplinare specifico. Questa battaglia si articola in due filoni principali.

Il primo è quello politico: attraverso le sedi della democrazia e il confronto con altre associazioni di categoria, locali e non, ASTRI si impegna a portare il proprio messaggio e le proprie proposte concrete per trovare sinergie a diversi livelli della politica locale e nazionale.

In secondo luogo, ASTRI svolge opera di divulgazione e formazione a tutte le entità che ne siano interessate, comprese scuole e associazioni giovanili.

Nelle missioni di Astri vi è inoltre la revisione normativa della legge italiana sui rifiuti in un’ottica di End Of Waste (fine della concezione del rifiuto come tale). In poche parole, l’attuale normativa risulta ormai obsoleta e necessita di un aggiornamento che elimini la concezione stessa di “rifiuto”, per integrare la materia da sempre considerata di scarto in un ciclo, invece che in una linea retta che termina con il “waste” (rifiuto/spreco).

Astri chiede una maggiore chiarezza in merito, vista la necessità di aderire in modo concreto ad una transizione ecologica, e di conseguenza chiede anche una minore burocrazia per le attività che hanno un ruolo importante nella filiera del riciclo.

Il ruolo chiave del distretto tessile di Prato

L’aspetto a tratti rivoluzionario del settore tessile riciclato italiano è che il distretto di Prato già si mette in pratica da anni un insieme di buone pratiche per limitare l’incenerimento dei rifiuti tessili, e piuttosto re-immetterli in filiera.

Già esistono modelli produttivi, modelli di governance, macchinari, tecnologie, operatori specializzati, che nel distretto di Prato si adoperano ormai da un centinaio d’anni per garantire un recupero quasi completo del capo tessile usato, in una perfetta ottica di economia circolare.

Favorire il modello del distretto tessile di Prato non significa quindi creare un modello produttivo ecologico da zero: piuttosto, significa valorizzare un insieme di business che già hanno dato prova di funzionare egregiamente.

Per questo ASTRI e Comistra, fianco a fianco, continuano nella propria opera di sensibilizzazione e di confronto politico. È dal passato che dobbiamo prendere esempio, se desideriamo proiettarci in un futuro più rispettoso e sostenibile.