Cosa significa moda sostenibile?

Compra di meno. Scegli bene. Fallo durare

(Fabrizio Tesi, CEO di Comistra)

Come spesso accade quando si fa largo uso di un termine, anche il concetto di “moda eco sostenibile” si presta a diverse interpretazioni.

Significa solo offrire un packaging senza plastica e tessuti naturali?

Oppure è sufficiente usare energie rinnovabili nel processo produttivo?

Ma soprattutto: chi è coinvolto nella creazione di una moda ecosostenibile? I consumatori o i produttori?

Prendiamo le mosse dalla definizione di eco sostenibilità della moda, e poi proviamo a chiarire questi dubbi comuni.

Definizione

Il termine “eco sostenibile” indica una forma produttiva o un prodotto “compatibili con le esigenze dell’ecologia” (Treccani.it).

Infatti l’industria della moda, la seconda più inquinante al mondo, genera qualche problema all’ambiente umano e naturale:

1) Consumo di risorse

Per produrre capi d’abbigliamento stiamo letteralmente drenando tutte le risorse di questo pianeta. Il carbone fossile è ancora un’opzione molto utilizzata, e le energie rinnovabili sono spesso di difficile accesso. In più, i consumi sono incredibili, la domanda è alta, e insieme le giacenze nei magazzini di moda rimangono elevate.

Perché?

Perché non si produce abbigliamento per colmare un bisogno. Il consumatore deve scegliere, comprare, buttare, ricomprare, desiderare oggetti nuovi, almeno secondo uno schema di fast fashion.

2) Rifiuti

Questa produzione enorme produce, com’è immaginabile, una grande mole di rifiuti. Spesso si sprecano risorse e materiali nel processo produttivo, e questi si vanno ad aggiungere ai rifiuti prodotti dai consumatori.

Spesso non ci sono le competenze o non c’è la volontà per riconoscere in molti di questi vestiti vecchi delle possibili nuove risorse. E quindi, i rifiuti vengono buttati, originando uno spreco di risorse inimmaginabile.

3) Diritti umani

Non si può parlare di moda ecosostenibile se ancora abbiamo sfruttamento esteso della manodopera e mancato rispetto dei diritti umani in moltissime parti del mondo, soprattutto nei paesi del Far East.

Cosa possiamo fare per evitare questi 3 problemi e sostenere nei fatti una nuova visione di moda eco sostenibile?

Per i produttori: moda eco sostenibile e fashion pact

Anche noi produttori di moda abbiamo le nostre tappe storiche fondamentali che hanno ridisegnato il destino dell’industria globale del fashion.

È il 24 agosto 2019 e le immagini dei tg mondiali sono tragiche: la foresta amazzonica è in fiamme.

Un ultimo, allarmante monito del nostro pianeta vessato e con le risorse naturali agli sgoccioli. È in questa data che emerge una speranza per il mondo della moda, proprio alla vigilia ed G7: il Fashion Pact.

Un patto globale firmato da 32 aziende e 150 brand che prevede di mettere la moda eco sostenible tra i principali obiettivi strategici per le aziende.

Un patto che vale per fornitori, ma anche distributori!

Dalla teoria alla pratica

Con il Fashion Pact abbiamo finalmente una definizione non solo teorica ma anche pratica di moda eco sostenibile.

Ad esempio, possiamo integrare etica ed estetica. Ciò significa che la progettazione di un capo deve tenere in considerazione il suo fine vita, e allungarlo quanto più possibile. Parliamo di Ecodesign, un concetto che qui a Comistra facciamo nostro fin dagli albori della nostra attività.

Inoltre, è fondamentale usare materie prime rinnovabili, quando possibile, ed energie rinnovabili.

Infine, consideriamo l’impatto reale del fashion sul nostro sistema economico e produttivo: oggi un fornitore eco-responsabile tende sempre di più a scegliere ambienti di lavoro e fornitori che rispettano i diritti dei lavoratori.

Ma per ottenere davvero una piena sostenibilità non basta l’impegno dei produttori: serve anche una svolta culturale da parte di tutti, anche dei consumatori.

Moda eco sostenibile: il punto di vista del consumatore

Quando si parla di consumatore, si parla di sicuro di riuso, di non esagerare con la quantità di acquisti, privilegiando piuttosto la qualità, e infine di comprare un capo second hand vestendosi in modo più responsabile.

Inoltre, il consumatore ha il potere della scelta: può scegliere un produttore piuttosto che un altro.

Certo, per ottenere questo risultato serve un lavoro di squadra: i produttori devono mantenere il consumatore sempre aggiornato e informato.

Solo quando proporremo prodotti adeguati ai consumatori, questi avranno una vera libertà di scelta, e potranno prendersi la responsabilità di salvare le risorse e realizzare il sogno di una moda eco sostenibile.

La scelta consapevole dei consumatori durante l’acquisto produrrà effetti positivi a tutta l’umanità” (Fabrizio Tesi).