Economia circolare dei tessuti: come realizzarla

Quando si parla di economia tradizionale ci si riferisce abitualmente a un percorso lineare: prima le risorse/materie prime, poi la lavorazione, la commercializzazione, l’acquisto e poi il fine vita del prodotto, che diventa rifiuto e deve essere smaltito. In un’economia circolare dei tessuti, questo processo lineare viene scardinato.

L’obiettivo di un percorso circolare diventa riabilitare i rifiuti: oggi possiamo trasformarli in una materia prima seconda!

Prendiamo ad esempio le nostre bucce di patate e vecchi ortaggi.

Se per noi costituiscono un rifiuto, grazie al riciclo dell’umido possono essere compostati e re-immessi in agricoltura come concime. Le bucce di patate daranno quindi origine a un nuovo ciclo economico.

Forse risulta un po’ meno immediato capire come si realizza un’economia circolare di tessuti, quindi cerchiamo di spiegarla meglio.

Il prodotto di scarto

Per capire come si realizza un’economia circolare dei tessuti, è importante capire che ogni tessuto ha un grado di riciclabilità. La lana e il cotone possono essere quasi completamente riciclati, per questo sono ottimi candidati per chi vuole realizzare un circolo virtuoso di riciclo dei tessuti.

Forse pensiamo che il concetto di recupero dello scarto sia innovativo, ma in realtà… già i nostri antenati l’avevano compreso e lo mettevano in pratica!

Qui a Comistra, nel distretto Tessile di Prato, ci occupiamo di recupero della lana dal 1920! Negli anni la tecnologia si è evoluta e il processo ottimizzato, però il concetto del recupero è sempre stato il nostro DNA.

Parliamo quindi di quello che conosciamo: la lana.

Economia circolare dei tessuti in lana

Esiste tutta una filiera in Italia che recupera i vecchi capi d’abbigliamento e li re-immette nel mercato (se ti interessa l’argomento, raccontiamo la storia nel nostro articolo “Che fine fanno i vestiti vecchi quando li buttiamo”).

Il recupero della lana è molto semplice: la fibra di lana nel vestito vecchio è rimasta intatta.

Se il vestito è di pura lana, anche se ci sono buchi, parti lise, o colori non più di moda, il corretto trattamento può risolvere il problema: la vecchia trama del tessuto viene sciolta con uno specifico processo che inizia con la pratica della carbonizzazione.

I vecchi vestiti diventeranno una nuova massa di lana colorata, una vera e propria materia prima seconda, pronta per essere tessuta di nuovo.

Il discorso dell’economia circolare dei tessuti però non si esaurisce qui: per ottenere un’economia circolare dei tessuti serve anche rispettare alcune caratteristiche di prodotto.

Economia circolare della lana: l’importanza della qualità

Facciamo uno zoom sulla fibra di lana: vedremo subito l’intreccio, il colore, l’eventuale presenza di fili di altro colore nel filato.

Non tutte le lane hanno la stessa qualità, o la stessa tipologia.

Lo vediamo ogni giorno nella nostra esperienza personale: alcuni maglioni sono soffici al tocco e non si rovinano, altri sembrano infeltriti già dal primo lavaggio, e molto più facilmente diventano lisi.

Questo dipende dai processi di finissaggio della lana, cioè tutte quelle rifiniture che vengono fatte dopo che infilato è stato tessuto. Ma dipende anche dalla lunghezza della fibra della lana.

Qualità e impatto sul ciclo del prodotto

Prendiamo il nostro lavoro qui a Comistra: qui conosciamo ormai bene la lana in tutte le sue sfaccettature.

Sappiamo quindi che un recupero ben fatto, ad esempio con una stracciatura ad acqua che mantiene la fibra lunga, consentono di allungare il fine vita del prodotto e la sua qualità.

Ma anche di rendere possibile il riciclo!

Infatti, se il tuo vestito vecchio è di qualità troppo bassa, purtroppo non si potrà riciclare.

Sarà arrivato al capolinea del suo percorso.

Addio economia circolare!

Eco-design ed economia circolare dei tessuti

Oltre alla qualità del filato, si possono mettere in atto alcune pratiche per migliorare la qualità del tessuto e del capo di abbigliamento in generale: è l’eco-design.

Quindi, ricapitoliamo.

Per un’economia circolare dei tessuti non possono mancare questi elementi fondamentali:

  • Aziende in possesso della tecnologia di riciclo adeguata
  • Scelta di tessuti recuperabili, lana e cotone in primis
  • Attenzione alla qualità del tessuto
  • Eco-design

Ricordiamo che gli ultimi 3 punti valgono per tutta l’industria della moda…

Non solo per noi che ci occupiamo di riciclo!

È necessario progettare un capo pensando che quando avrà finito di svolgere la funzione per il quale è stato realizzato dovrà tornare ad una seconda vita, dovrà essere considerato una risorsa e non un rifiuto”.

(Fabrizio Tesi, CEO di Comistra)