Ridurre gli sprechi: un viaggio con National Geographic

Nel suo servizio “The End of Trash”, National Geographic ci racconta attraverso gli occhi del fotografo italiano Luca Locatelli come diverse parti del mondo si comportano per ridurre gli sprechi.

Tra colori incredibili, paesaggi estremi e soluzioni tecnologicamente geniali, questo servizio ci accompagna in una scoperta: spesso basta il giusto investimento e una progettazione consapevole per ottenere esempi virtuosi di economia circolare.

Ridurre gli sprechi significa ripensare i rifiuti

La Laguna Blu Islanda è una delle attrazioni turistiche più popolari di questa affascinante isola all’estremo nord dell’Europa. Si tratta di un impianto termale con acqua cristallina, di un azzurro brillante, in cui turisti da tutto il mondo arrivano per immergersi in una piscina calda en plein air con vista sulle montagne circostanti.

Immagina ora se ti dicessero che quell’acqua è un rifiuto.

O meglio, che lo era!

Infatti, come spiega National Geographic, l’acqua utilizzata per alimentare la suggestiva Laguna Blu deriva dall’impianto geotermico della Svartsengi Power Station: un generatore che utilizza l’acqua bollente estratta dal sottosuolo per la produzione di energia elettrica.

Fin qui, si tratta di un tipo di stabilimento molto comune per l’Islanda, una terra nota per la sua intensa attività vulcanica.

Ma la genialità dell’idea è: una volta che l’acqua è stata utilizzata per il suo scopo, che fine fa? La risposta islandese è stata quella di riutilizzarla e di valorizzarla per l’uso umano.

Bisogna considerare però che solo un accurato studio di quest’acqua ha consentito l’utilizzo in questo senso. Infatti si è scoperto che il suo alto contenuto di silice le impedisce di percolare nelle rocce laviche sottostanti.

Insomma, era l’acqua ideale per un impianto termale.

Il servizio di National Geographic

Nel numero 3/2020 di National Geographic, dal titolo “The end of trash”, appare una copertina famigliare: una gigantesca montagna di vestiti di lana, accatastati l’uno sull’altro in un tripudio di colori. Sulla destra, in primo piano, la stilista Flavia La Rocca che prende le misure di un abito d’alta moda sulla bellissima Rose Greenfield.

Siamo all’interno di Comistra, dove da generazioni ricicliamo vestiti vecchi in lana rigenerata in un nuovo filato, che dopo il corretto trattamento tecnologico torna pronto per essere immesso sul mercato come prodotto di qualità.

Principalmente, quelli che erano vestiti vecchi divengono capi d’alta moda in tutto il mondo.

Nel nostro piccolo distretto di Prato è da generazioni che coltiviamo questa tradizione e che ci impegniamo per ridurre gli sprechi, e questo ha voluto raccontare con le sue foto iconiche Luca Locatelli per la prestigiosa rivista.

L’importanza della tecnologia per ridurre gli sprechi

Ma come sarebbe possibile la rivoluzione del rifiuto che operiamo a Comistra, e che mette in atto la “Laguna Blu Islanda”, senza una conoscenza del prodotto e senza l’opportuna tecnologia?

Nel suo viaggio, National Geographic continua a inquadrare e a raccontare queste realtà in cui la tecnologia incontra la filosofia zero waste: ecco che gli scarti della lavorazione della birra vengono usati come mangime per delle larve di mosca destinate alla ricerca scientifica.

C’è anche un’incredibile pista da sci costruita sopra l’inceneritore Amager Bakke a Copenaghen, in Danimarca. Uno scenario mozzafiato, sulla sommità di un colosso architettonico in grado di convertire 534.600 tonnellate di rifiuti urbani all’anno in energia, che riscalda 72mila case del circondario.

Oppure, il sistema per la depurazione delle acque reflue a Missoula, in Montana, che funziona perfettamente grazie a delle micro-alghe depurative.

Una rivoluzione tecnologica è in atto. Ridurre gli sprechi ed eliminare i rifiuti è possibile, ma solo se continuiamo a investire consapevolmente in nuove tecnologie, e in nuovi metodi produttivi.