Cos’è la carbonizzazione della lana

Cos’è la carbonizzazione della lana

Per quanto sia piena di buchi, una vecchia sciarpa di lana non è ancora da buttare. È possibile affermarlo con certezza solo perché dietro le porte degli stabilimenti di Comistra mettiamo in atto un processo antico, tradizionale e insieme estremamente tecnologico: la carbonizzazione.

Cosa significa e che effetto ha questo processo?

Com’è possibile che al termine della carbonizzazione, insieme a una serie di altre manovre, i vecchi abiti di lana possano essere riportati nelle vetrine d’alta moda?

Lo scopriremo nelle prossime righe, raccontandovi in cosa consiste la carbonizzazione che operiamo a Comistra, in quanto azienda specializzata nella produzione di lana meccanica.

Scopriremo insieme come solo attraverso questo delicato procedimento possiamo realizzare una piena economia circolare nel settore tessile, rispettosa dell’ambiente e attenta a razionalizzare il più possibile gli sprechi.

Prima della carbonizzazione: lo smaltimento dei rifiuti tessili

I cumuli di vestiti vecchi, prima di essere sottoposti alla carbonizzazione, devono superare una fase di accurata selezione.

Molto brevemente:

1- il privato cittadino conferisce i vestiti, le scarpe e le cinture vecchie all’interno degli appositi contenitori;

2- i cumuli di vestiti vecchi vengono raccolti e trasferiti a un’azienda che si occupa della cernita: La maggior parte viene re-immessa nel mercato dell’usato. Un buon 40% viene inviato a un impianto di riciclaggio (questo è il gruppo di nostro interesse!) e una minima parte viene mandata in inceneritore;

3- i vestiti da riciclare vengono sottoposti a una ulteriore cernita, che li divide per sfumatura di colore.

(Vuoi approfondire questo ciclo da rifiuto tessile a risorsa? Leggi questo articolo che spiega che fine fanno i vestiti vecchi quando li buttiamo).

A Comistra ci occupiamo della terza fase: riceviamo degli enormi cumuli di vestiti di lana e ci occupiamo di fare una cernita, dividendoli per sfumatura di colore.

Queste montagne colorate costituiscono però un prodotto misto, ibrido. Avremo pile di maglioni e cappotti con cuciture di cotone, inserti di viscosa e altre fibre di cellulosa.

Insomma, una serie di materiali diversi.

Come rimuovere tutte le parti di cellulosa in modo da ottenere una buona lana meccanica?

È a questo punto che diventa necessario il carbonizzo, o carbonizzazione.

La carbonizzazione

La carbonizzazione è un processo noto ormai da diversi decenni, di cui si parla in termini scientifici già negli anni ‘30 del ‘900.

Che cos’è

La carbonizzazione è quel fenomeno chimico per il quale le sostanze organiche perdono idrogeno e ossigeno e diventano residuo carbonioso.

Ci sono tre tipi di carbonizzazione:

1) A fumo, che è la carbonizzazione usata da noi di Comistra per produrre la nostra eco-lana meccanica

2) A bagno in acido solforico

3) In pezza.

A cosa serve la carbonizzazione

Come già detto, il carbonizzo serve a eliminare impurità come fili d’erba, viscosa e cotone (celulosa), che comprometterebbero la qualità finale della lana. In un carbonizzo a fumo come il nostro, i tessuti vengono sottoposti all’azione di vapori di acido cloridrico, che disgregano i residui di cellulosa. In più, in determinate condizioni, contribuiscono a fissare il colore dei capi.

Senza bisogno di ulteriori coloranti!

Come funziona

A Comistra abbiamo scelto di usare per questa operazione un esemplare unico al mondo di carbonizzo a fumo, che oltre a non impoverire la qualità della lana opera una carbonizzazione di altissima qualità e fissa correttamente il colore dei capi.

Per un’azienda che fa dell’eco-fashion la propria bandiera, è stato fondamentale investire nell’ottimizzazione di risorse, evitando il passaggio – dispendioso a livello economico e ambientale – della tintura della lana.

Ecco in breve il processo di funzionamento:

I tessuti vengono passati in un primo cilindro asciugante, che li essicca completamente;

Il materiale essiccato viene trasferito in un secondo cilindro, che investe i materiali con vapori di acido cloridrico;

Durante il processo, che avviene “in continuo”, le fibre animali della lana (sostanze azotate) rimangono integre. Invece, la cellulosa si altera fino a disgregarsi.

Dopo la carbonizzazione

Ora il tessuto è libero dagli eccessi legnosi e pronto per proseguire nella lavorazione.

Possiamo spedire questo cumulo di vestiti al prossimo step del suo percorso di economia circolare, che lo porterà a diventare da rifiuto a risorsa.

Le materie prime sono sempre più limitate, ne dobbiamo tener conto.

Bisogna rivedere il nostro modo di consumare”.

(Fabrizio Tesi, CEO di Comistra)